Quest’anno abbiamo due importanti ricorrenze da festeggiare e che meritano la nostra attenzione perché si stagliano sull’attuale panorama sociale complicato, confuso e povero di prospettive come bussole per orientare il nostro futuro.
Il 75° anniversario della nostra Costituzione repubblicana e i 100 anni dalla nascita di don Lorenzo Milani.
La nostra Costituzione repubblicana è la legge fondamentale, è il faro che da settantacinque anni illumina la strada della nostra comunità civile e la democrazia del nostro Paese e con i suoi principi, idee e comportamenti, ci tiene uniti e impegnati a perseguire il pieno raggiungimento della realizzazione della persona, della dignità dell'uomo e dei diritti umani.
Don Lorenzo Milani è stato un sacerdote e maestro che ha lasciato insegnamenti ancora profetici per l’oggi. Nella sua scuola di Barbiana, la Costituzione era materia di studio perché considerata un’arma fondamentale di difesa dei diritti degli ultimi. Oltre che nel Vangelo, valido però solo per i credenti, proprio nella Costituzione, valida e obbligatoria per tutti, aveva trovato i principi per cambiare le sorti dei suoi ragazzi, figli di contadini, poveri e semi-analfabeti, dare loro dignità e rivendicare i loro diritti. Lo scopo fondamentale del suo percorso educativo, aperto a tutti, inclusivo e volto a formare coscienze critiche, era fornire loro la cultura come mezzo di emancipazione da una situazione di inferiorità economica e sociale, apprendere il pieno possesso della parola e delle lingue, il potere del parlare e del conoscere, il possedere le competenze e dare gli strumenti per realizzarle trovando in sostanza garanzia proprio nella Costituzione.
Oggi il contesto culturale, sociale, politico, economico, ambientale, i migranti e le tante guerre in atto ci pongono davanti tanti interrogativi. La politica sembra distante dal vissuto quotidiano. La crisi delle appartenenze politiche rischia di contagiare le stesse istituzioni democratiche e la democrazia rappresentativa. C’è una diffusa disaffezione e sfiducia verso la politica e i politici. La comunicazione e i linguaggi usati procedono spesso per slogan con obiettivi che poi il più delle volte si rivelano impraticabili. La partecipazione e l’impegno a servizio del bene comune sembra contrastato da una tendenza all’individualismo e all’indifferenza. La personalizzazione sposta l’attenzione dai programmi e loro sostenibilità all’abilità mediatica dei leader.
La criminalità organizzata, la mentalità mafiosa, la corruzione, la discriminazione del diverso che senza fare tanto rumore continuano indisturbatamente a farsi largo nella nostra società, minano i principi e i valori che stanno alla base della nostra convivenza civile. Il rispetto della persona e delle regole dello stato democratico che passa attraverso la crescita morale e umana dei singoli e della società sembra aver perso oggi importanza.
Le agenzie educative, in particolare, la scuola e il suo metodo educativo con difficoltà raggiungono l’obiettivo dello sviluppo integrale della persona. Difficilmente rispondono alle fragilità dei ragazzi e contrastano i fenomeni della dispersione scolastica e del bullismo. Il merito contrasta con l’inclusione e non sempre il diritto alla scuola per tutti è rispettato quando spesso si trascura la provenienza sociale dei ragazzi per poter dare loro le stesse opportunità. Il coinvolgimento e l’alleanza educativa con i genitori dei ragazzi è carente. I programmi educativi non sempre assolvono al dovere civico di crescere cittadine e cittadini responsabili, innamorati della democrazia, dei suoi riti e dei suoi meccanismi per formare quella coscienza critica che permetta loro di sentirsi responsabili e impegnati per il bene di tutti e di ciascuno.
In questo contesto storico nazionale e internazionale non facile abbiamo ritenuto necessario ritornare ai valori e ai principi fondanti che ci uniscono, contenuti nella nostra “Carta di Valori”, per confrontarci e trattare i temi legati ai diritti inviolabili e ai doveri inderogabili che stanno alla base della nostra democrazia, della partecipazione democratica, della legalità e della formazione di coscienze critiche.
Abbiamo pensato che per poter contribuire a ricostruire un tessuto sociale di cittadini attivi e consapevoli dove i diritti e la dignità di tutte le persone siano garantiti e rispettati, dove un lavoro dignitoso sia nei fatti possibile per tutti, dove la cultura di solidarietà, di uguaglianza, di libertà, di giustizia e di pace fra le persone e i popoli sia da tutti condivisa non dobbiamo mai stancarci di seminare insieme alle persone di buona volontà e alle Istituzioni democratiche la speranza di un futuro più umano e fraterno per tutti.
In questa XVII edizione della PrimaverAC “A cuore la democrazia. I valori che ci uniscono” guidati dall’”I care” di don Milani e dalle parole della Costituzione repubblicana affronteremo i temi della democrazia e della partecipazione, del lavoro e della pace, della giustizia e della solidarietà, della salute e dell’immigrazione, del diritto allo studio e delle pari opportunità, dello sviluppo sostenibile e della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata avendo sempre come riferimento la Persona, la sua dignità, i suoi diritti e i suoi doveri.
Gli incontri in programma sono: venerdì 21 aprile, ore 18:00 “I 75 anni della Costituzione italiana: democrazia e partecipazione”. Relatore Umberto Ronga, professore ordinario di Diritto costituzionale, Università di Napoli Federico II, presso la sala convegni di Palazzo Bisaccioni Piazza Angelo Colocci, 4 Jesi; giovedì 27 aprile, ore 18:00 “Ripensare la scuola: sfide e scelte pedagogiche per iniziare a cambiare”. Relatore Michele Aglieri, professore di Pedagogia generale e sociale, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano, presso l’aula magna dell’Istituto Statale Comprensivo Federico II piazzale San Savino, 1 Jesi; venerdì 28 aprile, ore 18:00 “Storie di legalità: un impegno per tutti” e alle 21:00 “Educare alla legalità: giovani protagonisti del cambiamento”. Relatore Roberto Catani, avvocato e presidente dell’Associazione Legalità Organizzata, presso la sede diocesana di Azione Cattolica "Vittorio Bachelet" Piazza della Repubblica, 4 Jesi.
Con le radici ben salde nella storia passata e a partire dai valori scritti dai nostri padri costituenti a cui va il nostro più sentito ringraziamento siamo chiamati tutti insieme, con rinnovata speranza e responsabilità, a fare oggi la nostra parte: scrivere la storia odierna e impostare quella di un futuro migliore per i nostri figli. Non utopia, ma coraggio e fiducia nel futuro.
Tutta la cittadinanza è invitata.
Roberto Taccaliti
Azione Cattolica diocesi di Jesi